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COMPAGNIA DEI BAMBINI NON NATI
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Mirella Pizzioli

La sua notorietà si sta accrescendo sempre più, per la sua incredibile esperienza con le anime dei trapassati, fra le quali figurano anche quelle di alcuni bambini non nati... Mentre i genitori le raccontano la loro drammatica esperienza, Mirella \"vede\" i loro piccini e li descrive con precisione assoluta... aiutando così le madri ed i padri a trovare serenità, a riconciliarsi con la loro creatura.

I libri di Mirella sono tradotti in varie lingue. Esiste anche un sito dove potete trovare informazioni, contattarla, chiedere aiuto... www.mirellapizzioli.it

Ecco a titolo di esempio, due estratti delle straordinarie visioni di Mirella Pizzioli, tratte dal libro \"Porta aperta sull\'al di là\".

ORA MIO FIGLIO É CON ME

Il mio nome è Rita e voglio raccontarvi la mia esperienza.
Ho conosciuto Mirella nel giugno 1998 e da lei, ho potuto sentire i pensieri di mia mamma (morta nel corso degli ultimi anni). E \'stata una grande emozione.
Tutto è successo in modo molto semplice, in una dolce preghiera, e ho davvero sentito la presenza di Dio. Mirella non è un medium (né, dice lei, una sensitiva) ma solo una persona a cui il Signore ha dato \"cose incredibili\". Sentire la mia mamma dirmi parole infinitamente sante, ha permesso al Signore di fare un grande miracolo in me: la mia fede è cresciuta in modo smisurato, mi sento bene, sento che Dio mi è amico, che é vicino a me, mi sento figlia di un Padre infinitamente buono e premuroso, prego con devozione, non ho più paura.
Affronto le sfide con coraggio e coscienza, così come la malattia che mi ha colpito nel mese di agosto. Proprio perché mi sentivo ancora molto debole ho chiesto a mio marito se mi poteva accompagnare da Mirella a settembre. Non era molto entusiasta, dato che queste esperienze lo disturbavano e non aveva voglia di portarmici, ma ho talmente insistito che lui mi ha accompagnato.
Dieci minuti dopo il nostro arrivo, Mirella cominciò a guardare in un punto del suo ufficio, sorrise e disse che un bambino era appena arrivato (specificando che si trattava di un bambino mai nato sulla terra) e che faceva certamente parte della nostra famiglia.

Il mio cuore balzò nel petto. Avevamo infatti perso un bambino. Mirella sempre sorridente lo descrisse: \"Lui è dietro di te, la sua piccola mano destra è appoggiata su una sedia (c\'era infatti una sedia) con la gamba destra accavallata sull\'altra, indossa una camicia a righe, ma quello che mi colpisce sono i suoi grandi occhi neri. Il suo viso è tondo e paffuto, ha dei capelli neri che gli scendono sulla fronte, è un maschio. \"
(Per me è stata una conferma, perché ho sempre pensato che fosse un maschio.)

Mirella, continuando a fissare quel punto nella stanza ha continuato, \"Questo ragazzo vuole essere ricordato, non come qualcosa di triste (era quello che avevo sempre fatto fino ad ora), vuole essere parte della famiglia e vuole un nome. \"
La presenza di mio figlio era così vera, così reale, così limpida, che Mirella, mentre ce lo descriveva di nuovo, disse che sarebbe stato bello essere in grado di farne un ritratto.

Così abbiamo fatto: la famiglia riunita ha deciso di chiamarlo Enrico Maria. Da quel giorno gli parlo spesso. Non c\'è un giorno o un rosario in cui lui non sia nominato.
É stato come ritrovare un bambino perduto.

Era grande la gioia di sapere che Egli era con noi ed al tempo stesso poteva rifugiarsi tra le braccia di Gesù e della sua Santa Madre Immacolata, e che io, con Enrico Maria, potevo sentire la vicinanza di Dio accanto a me, più di quello che sentivo prima.
Questo mi fa capire il grande dono che il Signore ha fatto.

L\'idea di avere un ritratto di Enrico Maria si è fatta sempre più forte, e ho chiesto questo favore ad una cugina molto cara. Gliel\'ho chiesto come regalo di Natale e prima di riceverlo, ho spesso pensato con gioia e grande emozione che per Natale, avrei \"visto\" il mio bambino.
Una mattina, mia cugina mi porta il ritratto, dicendo che lo aveva rifatto tre volte e che per tre volte, non era nemmeno riuscita a cambiare i colori.
Quando l\'ho visto, ho sentito una grande emozione, mi sono sentita arricchita dentro, e così tutta la famiglia ha potuto conoscere mio figlio. Ora il suo ritratto è esposto nella sala da pranzo ed i miei figli lo mostrano ai loro amici. Enrico Maria è con noi, ed è una cosa naturale e per me è lui, non un ritratto, ma una foto.
Ho portato il ritratto a Mirella che ha immediatamente riconosciuto in quel il bambino il bambino che era accanto a me e mio marito. Grazie, Signore Gesù, grazie a te, Mirella, ti voglio bene.
Rita. O

MIRELLA ENTRA IN UNA CHIESA DOVE ASSISTE AD UN BATTESIMO

(...) Improvvisamente vedo sull\'altare un bambino molto piccolo che, come me, è molto attento. Ha bellissimi occhi scuri, profondi, intensi e molto seri, non gli sfugge una sola parola. Mi commuovo, anche se non so chi sia, ma sento che gli voglio bene e vorrei abbracciarlo.
Nel mio cuore gli dico: \"Chi sei, piccola creatura? Sento che ti voglio bene, che Dio ti avvolge fra le sue braccia e che la Vergine Maria ti canta: \"Fai la nanna ...\"

Il bambino mi sorride e nello strano silenzio che si è creato intorno a me
mi dice: Io sono il fratello maggiore di G. (il bambino che il sacerdote sta battezzando). Ho voluto dare la mia vita per lui in un estremo atto d\'amore.

Ho aspettato fino ad ora, perché quando mio fratello sarà battezzato nel nome di Dio Padre, di Gesù Cristo e nell\'amore dello Spirito Santo, anche io, per volontà del Signore sarò battezzato con lo stesso nome. E poi ... oplà ... ritornerò al Padre che é nei cieli. Tutto questo per santificare mio fratello. Mirella (e qui la sua voce si fa triste) qui, nessuno ha pregato per me, solo tu. Dillo perché si sappia.
Sono un pò stordita, ho perso la cognizione del tempo e continuo a ripetere nel mio cuore: \"Dillo perchè si sappia, dillo perché si sappia ...\"
Come? A chi? Con quali parole? Penseranno che io sia pazza, ma lo devo e lo voglio dire. Prego, recitando prima l\'atto di contrizione per ricevere la Santa Comunione ed una signora che mi conosce mi si avvicina, ci sorridiamo e lei mi sussurra:
Mirella, che bella sorpresa mi hai fatto! Come hai fatto a sapere che oggi abbiamo avuto il battesimo di mio nipote?
Mi viene un brivido e con la massima semplicità le dico che non lo sapevo e che non avrei nemmeno dovuto essere in questa chiesa, ma che alla fine della Messa, desideravo parlarle. A cerimonia finita, la nonna si avvicina a me ed io le chiedo a bruciapelo: tua figlia ha solo questo bambino?
Oh, sì, e che gioia, Mirella, perché l\'anno scorso ne ha perso uno al terzo mese di gravidanza. E allora puoi immaginare con quanta ansia abbiamo aspettato G.
Le ho preso le mani nelle mie e le ho riferito lentamente quello che ho visto e sentito.
Man mano che raccontavo, ella mi stringeva le mani sempre più forte e quando le ho ripetuto le parole: \"qui nessuno ha pregato per me\", un gemito le é uscito dall\'anima e con tutto il suo cuore ha esclamato: \"Oh, mia creatura, mia santa creatura!\" Abbiamo riso e pianto insieme, l\'emozione è stata così grande!
Ho capito! Ecco l\'obiettivo: l\'amore, voleva l\'amore. Amore sempre e solo amore. Sono convinta che G. dal cielo avrà sempre tutto l\'amore che desiderava dalla sua famiglia sulla terra.

Mi inginocchio ancora e ringrazio il Signore per le sue infinite attenzioni. Chi si permette di dire che Dio è assente? Chi osa dire che i morti sono morti?
Per strada, parlo con me stessa, ho visto un santo bambino e la nascita di uno nuovo, piccolo ed eterno.

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